Quattordici persone, nevrotiche e alienate nel loro rapporto con il lavoro e con il mondo esterno, decidono di lasciare una Terra disumana e oppressiva e di partire per il pianeta Dalmak-0. Per Ben Tallchief, dopo una vita falli-mentare, sembra aprirsi un futuro di euforica comunione con gli altri; e così è anche per Seth Morley, insoddisfatto del suo lavoro come idrologo del Kibbutz Tekel Upharsin. Ma all'improvviso il satellite delle comunicazioni viene distrutto e i quattordici umani si ritrovano di nuovo soli su un pianeta alieno e ostile, in un crescendo di mistero, terrore e morte: anche qui tutto sembra un incubo orribile dove non esiste una realtà oggettiva e l'intero paesaggio è solo un inganno di sensi, un fondale di cartapesta dove gli uomini si agitano come marionette mosse apparentemente a caso da una Divinità folle e imperscrutabile.