La legge e l'ordine: queste, e non altre, erano le cose importanti per il terribile capitano Sylvester Nunes. Era convinto che in quella puzzolente colonia baleniera qualcuno stesse commettendo un grave misfatto. Nel suo stomaco prese ad ardere una rabbia tremenda: i pescatori del villaggio gli tenevano nascosto il loro segreto. Perché mai zittivano quando si avvicinava a loro? E che cos'erano le luci che, una volta al mese, riusciva a scorgere oltre il promontorio? Ma gliel'avrebbe fatta vedere lui. Li divise in cittadini di prima e di seconda classe, stabilì regole e priorità, impose il coprifuoco, eresse un muro al centro dell'osteria di Fagmie Ja-baar, per far sì che ognuno stesse al proprio posto di fronte alla legge. E poi prese a interrogarli lungamente, a uno a uno. Man mano che quelle loro storie gli venivano riferite, Nunes cominciava a esserne stregato e come ipnotizzato, abbagliato dal riverbero di miti affollati di pirati e contrabbandieri, ribelli sanguinari e meticci indifesi, preti e fattucchiere, angeli e demoni. Lo stesso destino che toccò a Nunes toccherà anche ai lettori di questo romanzo. Saranno avvinti da una narrazione ricca di risonanze leggendarie, nelle cui pieghe, peraltro, sarà possibile scorgere più di un riferimento alla storia del Sudafrica.